«D.- Quindi questo saggio è unico, è qualcosa di totalmente inedito nel suo perorare una linea critica rispetto alla figura così tanto celebrata universalmente di Roberto Calasso, tra l’altro da ambedue le sponde della cultura, tanto quella approssimativamente “progressista” quanto da quella, diciamo così, non proprio progressista?
R.- No, non è unico, lo ribadisco. Questa ricerca tenta di ricollegarsi ad un sottile ma presente fil rouge di dissenso rispetto, lo diciamo in maniera semplicistica e succinta, all’azione dell’Adelphi e del suo vate, Calasso, la quale ebbe importanti esponenti come – ad esempio – Delio Cantimori che si oppose alla celebrazione di Nietzsche (che invece fu l’atto fondativo della casa editrice Adelphi) oppure Cesare Cases per non menzionare le reazioni negative quando Adelphi pubblicò Dagli ebrei la salvezza, pamphlet che fu letto come antisemita. Per non dire dei vari scritti del compianto Pier Angelo Vassallo che fu il primo davvero a mettere nero su bianco una acutissima critica all’Adelphi, a partire dalla rivista “Renovatio” del cardinale genovese, Siri, sino a diverse opere pubblicate dall’editore D’Auria. Insomma, per farla breve, ci sono già stati spunti ed accenni di critica all’azione ammaliante – catalizzante – dell’Adelphi tutta ma da una parte sono stati sopiti dal rumore bianco, possente, del Pensiero Unico Dominante che non lascia scampo – non dando rilievo alcuno – alle voci dissidenti e dall’altra non c’è una voce critica incentrata solo su Calasso: questa ultima cosa è il perno su cui ruota questo testo».
Dalla intervista a Danilo Fabbroni, su “Gospa News” del 22/09/2022, per l’uscita di:
- Danilo Fabbroni, Roberto Calasso, Lemma Press 2020