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Accuse fasulle e veri disastri

Silvana De Mari recensisce Strage di Stato, di Bacco & Giorgianni, su “La Verità” del 10/04/2021


«Il libro Strage di Stato, messo ingiustamente all’indice insieme al suo prefatore Gratteri, non ha toni razzisti. Il testo offre invece una dettagliata ricostruzione degli errori commessi nella gestione del Covid. Pure in Italia Il Foglio di Claudio Cerasa è lanciato nel massacro del libro “Strage di Stato, le verità nascoste della Covid-19”, di Pasquale Bacco e Angelo GIorgianni, e nel linciaggio del magistrato Nicola Gratteri, che ha redatto la prefazione del libro. L’accusa è pesantissima: antisemitismo. Si è poi accomunato il giornalista David Parenzo. Dato che ogni giorno di più il quotidiano Il Foglio e le affermazioni di David Parenzo sono la mia bussola che segna il sud, mi sono comprata il libro e me lo sono accuratamente letto. Il testo ricostruisce con grandissima accuratezza la storia della cosiddetta pandemia della Covid 19. Le conclusioni sono che migliaia di persone sono state condannate a morire da sole, in preda al terrore, private della grazia dell’estrema unzione, della presenza dei loro cari. Come ha spiegato persino l’Oms, solamente per le febbri emorragiche le autopsie possono essere contagiose, se non fatte con determinate precauzioni. Nel caso del coronavirus 19 solo i polmoni possono essere contagiosi se manipolati in maniera scorretta. Se manipolati in maniera corretta non c’è alcun rischio. Eppure il ministro Roberto Speranza ha sconsigliato le autopsie, ritardando la conoscenza della patogenesi della malattia, conoscenza che permette le cure corrette. Persino l’Oms ha raccomandato il rispetto della dignità dei defunti e delle loro tradizioni culturali e religiose, eppure l’incredibile triade Speranza-Conte-Casalino ha vietato i funerali. Oggi dai morti di coronavirus 19 si espiantano serenamente gli organi. Fino a qui si può essere d’accordo o anche non essere d’accordo, benché mi sembri difficile non essere d’accordo davanti a questa imponente mole di dati. Sono uno dei medici che ha curato i malati di coronavirus 19 con quello che ormai è noto a tutti come protocollo di Cavanna, antinfiammatori, idrossiclorochina, azitromicina, cortisone ed eparina. Secondo un calcolo enormemente approssimato per difetto, tra tutti abbiamo curato più di 11.000 pazienti, tutti portati a guarigione senza intasare le rianimazioni. I pochissimi pazienti che abbiamo perso erano al di sopra dei novant’anni con importanti patologie pregresse. Possiamo quindi affermare, noi che abbiamo veramente curato in scienza e coscienza, che se curata decentemente la sindrome da coronavirus 19 ha una mortalità paragonabile a una normale influenza. Se mal curata è devastante. Onestamente fin qui di antisemitismo ne abbiamo visto poco. Arriviamo allora alla conclusione del libro: l’antisemitismo deve essere lì. Nelle ultime pagine si sottolinea che, anche se l’Italia è una nazione che è riuscita a fare peggio, si riconosce un quadro generale anche in nazioni estere. La gestione dell’emergenza sanitaria quindi dà l’impressione di essere stata non una guerra a un virus la cui letalità si discosta di poco da quella di una banale influenza, nel caso venga curato correttamente, ma è stato un assoggettamento di nazioni del mondo a una volontà unica, concludono Bacco e Giorgianni. Con un’affermazione del genere si può essere in accordo o in disaccordo. Io faccio parte del gruppo dei complottisti brutti sporchi e cattivi, e questa conclusione mi sembra non inverosimile, ma capisco perfettamente che possa non essere condivisa. Quello che mi lascia allibita è che sia stata considerata antisemita. Ma dove accidenti è l’antisemitismo? Nelle pagine successive gli autori riportano le parole di due autorità religiose, monsignor Carlo Maria Viganò, ultimo leone di un cattolicesimo ridotto a zucchero filato, e il rabbino Rav Amnon. Entrambi parlano di un complotto mondiale. Il rabbino Rav Amnon fa anche una lista di personaggi che potrebbero tirare le fila: Vaticano (religione cattolica), Windsor (anglicani), Bill Gates (evangelico), Rockefeller (luterani), Rotschild (ebrei). Gli autori riportano a riprova di quanto stanno dicendo le parole di Klaus Schawab, luterano, fondatore del World economic forum, che nel suo libro “La quarta rivoluzione industriale” spiega la necessità di passare a una nuova civiltà fatta ddi supercomputer portatili e disponibili ovunque. Robot intelligenti. Veicoli autonomi. Aumento delle capacità cerebrali grazie alla neuro tecnologia. Scrittura del codice genetico. Questo stesso signore in un libro intitolato “Covid 19, the great reset” ha spiegato come la pandemia sia un’occasione straordinaria per fare quindi questo passaggio alla quarta rivoluzione industriale. È un libro che può essere apprezzato o non apprezzato, ma non c’è nessuna traccia di antisemitismo, e chi lo afferma sta mentendo. Ho studiato l’antisemitismo per anni, sto continuando a studiarlo. Ne parlo diffusamente nel mio libro “La realtà dell’orco”. Nel dubbio di non avere una sensibilità sufficiente ho chiesto anche a un amico ebreo israeliano dei leggere il libro, e anche lui mi ha confermato che non c’è traccia di antisemitismo. Ultima domanda: la tesi del cosiddetto “complotto” è completamente assurda o chiamarla così evita di porre alcune domande? Volano le azioni di Amazon, Apple, Microsoft e facebook, ma anche del comparto sanitario, come Pfizer, Moderna, Johnson & Johnson e Astrazeneca. E se analizziamo l’azionariato, scopriamo che ricorre spesso un fondo d’investimento predominante, il Vanguard Group. Per quanto riguarda i vaccini o cosoddetti tali, non è un tentativo di creare allarmismo ma un’affermazione oggettiva che si stanno sperimenteando su larga scala senza aver avuto il tempo di verificare le eventuali reazioni allergiche al punto tale che chi vaccina ha uno scudo penale. È quindi lecito nutrire dubbi. È quindi doveroso poter esprimere senza subire accuse di pazzia, malvagità, demenza, analfabetismo o antisemitismo.».

Dalla recensione di Silvana De Mari, su “La Verità” del 10/04/2021, a:

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